“Something for the Pain” – Casper McWade (2024)

La prima recensione del nuovo corso di Trex Roads, doveva essere su di un artista che è la quintessenza della musica indipendente americana.

Quando il manager di questo artista mi ha contattato, qualche mese fa, per ascoltare in anteprima questo disco, ho pensato: ho trovato il disco giusto!

Non è la prima volta che parlo del grande Casper McWade (lo avevo recensito per Ticino Notizie https://www.ticinonotizie.it/ascoltati-da-noi-per-voi-by-trexroads-casper-mcwade-unraveled-2020/) e, qualche puntata fa, l’ho anche accolto nel mio Trex Music Club, la mia trasmissione su WCN Radio.

Country indipendente, amici, nella sua massima espressione: ecco, questo è Casper.

Un artista baciato da un talento speciale: grande autore e musicista, voce pazzesca nata per raccontare storie vere e tanta passione.

Passione questo è il segreto per essere un artista indipendente che fa della musica la sua vita.

Senza avere alle spalle una major o delle radio che ti pompano, riuscire a portare a casa la pagnotta per te e la tua famiglia, è dura ed è una vita piena di sacrifici.

Ma quando poi hai questi risultati, la soddisfazione deve essere enorme e Casper merita davvero tutto il successo del mondo: un uomo speciale, prima che artista.

Questo meraviglioso Something for the Pain è il suo quarto lavoro e, senza timore di essere smentito, è il suo disco più bello, maturo e ispirato e si appresta a diventare, nonostante siamo appena agli albori di questo 2024, uno dei dischi più belli dell’anno.

E’ nato con un crowdfunding che ha permesso al nostro Casper di registrarlo nei leggendari studi di registrazione di Tornillo, Texas: i Sonic Ranch Studios.

La location ormai diventata un must per gli artisti indipendenti che vogliono aggiungere la magia ai propri dischi e che, infatti, poi spesso dedicano i loro album proprio ai Sonic Ranch.

Lo hanno fatto Cody Jinks, i Whiskey Myers, Whitey Morgan: insomma i più grandi registrano qui e Casper si aggiunge alla lista di dischi leggendari che scriveranno la storia di questa musica.

Aggiungo che la produzione del disco è del bassista storico di Cody Jinks, Josh Thompson, musicista coi fiocchi e produttore dal tocco magico.

Il disco si apre con il primo singolo del disco: Songs I can’t Write.

Chitarre sferzanti e il meraviglioso violino di Matt Parks e la pedal-steel del mitico Cowboy Eddie Long che ci portano sulle strade della meravigliosa musica di questo artista.

Autobiografica e potente, questa canzone è un manifesto del country indipendente di qualità.

The Cliff, scritta assieme ad un altro grandissimo artista Josh Morningstar, continua nel solco tracciato dalla prima canzone: la band alle spalle di McWade è un all star del country indipendente.

E lo dimostra ad ogni secondo di questa meravigliosa cavalcata.

La voce poi è così intensa ed evocativa, che vorresti non finisse mai.

La successiva, Rather be Lonely, sembra la colonna sonora di un film western moderno: un’altra cavalcata dove la pedal steel guida e la ritmica si intreccia ai cori.

L’assolo di violino è magia pura.

Non c’è una canzone che non ci dovrebbe stare o che abbassa l’intensità di questo disco pressoché perfetto e basta ascoltare la successiva Last Piece of You per confermare questa sensazione, ormai diventata certezza.

Casper McWade ci guida con la sua splendida voce in questo viaggio che lui ha fatto in questi anni su e giù dai palchi di locali sporchi e fumosi.

Il mix di country classico, quello degli anni d’oro degli anni ’70, e di rock americano è entusiasmante: lo volete chiamare outlaw country? Io solo grande musica.

Silver Cross è una potente ballata country, una dedica alla dura vita di chi presta servizio per il proprio paese.

L’intensità della voce di Casper è perfetta per canzoni come questa.

Il violino regala polvere magica a piene mani con un altro assolo da brividi.

Vi parlavo di mix fra passato e moderno, frullato in maniera personale: ecco, la cover del mitico Merle Haggard, Motorcycle Cowboy è il perfetto esempio.

La chitarra che graffia l’aria è quella di Jay Tooke, ex batterista degli Steel Woods, il southern rock che esce dagli speaker è quello di un grande artista e il pezzo è divertente, entusiasmante e suonato alla grande.

Grande tributo ad una leggenda del country americano. Chapeau!

La ballata These Old Lights, ed è per me un grande complimento, potrebbe stare su di un disco del grande Cody Jinks.

Questo per dirvi la grandezza di queste canzoni e di questo album: uno così merita Red Rocks!

L’intro voce e chitarra di Tonight è da brividi.

Un pezzo di rock americano di qualità assoluta che il violino accompagna sulle strade polverose dell’Oklahoma.

La chiusura del disco è affidata al delizioso honky tonk di Go Together, in cui la band regala un’altra prestazione da leccarsi i baffi e la voce di Casper ci fa sentire come fossimo ad un concerto del grande Waylon: il feeling è lo stesso.

Gli assoli poi di Tooke e Parks sono gioielli scintillanti.

Something for the Pain è un disco di una bellezza stordente dal primo all’ultimo pezzo.

Casper McWade merita di stare al tavolo dei nuovi riferimenti del country indipendente americano assieme al suo amico Cody Jinks e agli artisti che ogni settimana vi faccio conoscere.

Un artista che deve essere conosciuto e celebrato, che merita il successo e che è, prima di tutto, una persona speciale, e questo lo so per certo, e poi un artista come ne esistono pochi nel music business americano.

Non aspettate ascoltate, comprate, condividete questo album che diventerà uno degli highlights di questo appena iniziato 2024.

Io sono davvero felice e onorato di aver cominciato il mio nuovo corso con un capolavoro del genere.

Buon ascolto,

Trex

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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