Ormai il fatto che Chris Stapleton venga considerato uno dei più apprezzati cantautori americani degli ultimi anni è assodato (ha scritto tantissimo e anche canzoni rese celebri da artisti internazionali) , però nel 2017 la conferma che tutti attendevano era quella del secondo disco. Il debutto datato 2015, il pluripremiato Traveller, era stato un vero e proprio crack. Uno di quelli che capitano raramente, un primo lavoro di una qualità talmente elevata che lo aveva proiettato immediatamente nell’Olimpo dei grandi outlaws. Ecco il varco a cui tutti attendevano Stapleton è stato ampiamente superato, anzi si può dire con certezza che, se possibile, il barbuto Chris ha spostato l’asticella ancora più su. Il titolo spiegava che il nostro non aveva finito di stupire e infatti nello stesso anno uscì Volume 2. In questo lavoro il centro assoluto delle composizioni è la sua ugola che lo rende unico nel panorama musicale americano. Forse solo in un paio di pezzi dal sapore rock e blues, Second One To Know e la divertente Them Stems, la voce non è la principale attrattiva. La prima soprattutto è un chiaro omaggio musicale al suo passato nella band southern di culto i Jompson Brothers, un testo ironico e un riff che trascina. Stapleton è un Waylon Jennings moderno ma l’uso che fa della parte vocale, come fosse uno strumento, lo fa assomigliare ai grandi crooner del passato, una sorta di Frank Sinatra “outlaw style”. Un disco che dura solo 33 minuti per 9 pezzi. Nemmeno un secondo fuori posto. L’apertura del lavoro con Broken Halos, una canzone che girava da un pò nelle sue esibizioni live e dedicata ad un caro amico scomparso, mette subito in chiaro che a Nashville nello Studio A dove è stato registrato il disco (da qui il titolo) lui ci può stare e alla grande come nel passato ci sono stati Waylon Jennings, Dolly Parton e Willie Nelson. E proprio da Nelson, Stapleton prende in prestito il secondo pezzo Last Thing I Needed First Thing This Morning e non fa rimpiangere l’originale, anzi. La parte più alta del disco è di sicuro rappresentata dalla struggente ballata acustica Either Way, una storia d’amore finita e una cantato che lacera l’anima. Una voce che ci entra dentro e lascia il segno. I brividi sono garantiti. Ma poi arriva I Was Wrong , un blues delicato che sarebbe potuto uscire dalle corde di BB King e il protagonista del testo che urla i suoi errori alla sua ex come un bluesman del Delta, e allora capiamo che forse il punto basso del disco non arriverà. Assolutamente da citare Without Your Love una dichiarazione d’amore profonda e sentita che ha come sempre nel cantato il suo punto forte e il fantastico contro-canto della moglie Morgane qui raggiunge la congiunzione perfetta. L’amore fortissimo per la moglie è un altro punto di forza per la vita musicale di questo artista e basta vedere un qualsiasi video live su YouTube, per rendersi conto del completamente umano e artistico che riescono a darsi i due. Il disco si chiude con gli ultimi pensieri di un condannato a morte in prigione, lo stridere delle porte delle celle, la chitarra blues e il basso, la voce che urla disperata al mondo le ultime volontà dal braccio della morte (Death Row). “non voglio un prete attorno / non ho bisogno di lui per alleviare il mio peso / ho già raccontato a Gesù tutto quello che so”, un uomo che ha accettato da tempo la sua fine. Così come noi dobbiamo accettare quella di un disco meraviglioso. Emozionante e intenso, perfetto nella sua brevità. Il disco avrà il suo completamento solamente qualche mese dopo con From A Room : Volume 2 , un altro capolavoro che conferma il talento unico di quest’uomo barbuto del Kentucky.
Buon ascolto,
Trex Willer (Claudio Trezzani) by http://www.magazzininestistenti.it
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