“Teaser” – Tommy Bolin (1975)

Il serbatoio di genialità e follia che produssero gli anni ’70, è un pozzo senza fondo. Non esagero fidatevi, nelle pieghe magiche di quei 10 anni sono passati sulla Terra talmente tanti artisti che hanno sconvolto il mondo della musica che elencarli tutti è impossibile, ci si dimentica sempre di qualcuno e si fanno dei torti mostruosi. E in parecchi casi, come in questo di cui sto per parlarvi, le carriere sono state delle comete, luminose intense infuocate ma brevissime. Tanti ci hanno lasciato troppo presto, troppi sono stati divorati dal loro genio e da tutto il contorno o anche solo dalla sfortuna, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Duane Allman per citare i più famosi e appunto Tommy Bolin, scomparso il 4 dicembre 1976 a soli 25 anni. Venticinque anni sono pochissimi ma il lascito della sua arte è stato enorme anche se non molti hanno approfondito, lasciando sul chitarrista un’aura magica, un culto che è stato per pochi, troppo geniale, troppe influenze diverse per farlo diventare per la massa ma proprio per questo ancora più amato. Il ricordo che tutti hanno di lui è stato il brevissimo passaggio in una delle rock band più famose di tutti i tempi e di sicuro una delle più importanti, i Deep Purple per sostituire un altro genio assoluto della sei corde : Ritchie Blackmore, che lasciò la band nel 1975 alla vigilia delle registrazioni del nuovo disco della band per divergenze insanabili con la nuova direzione del gruppo con Coverdale e Hughes al timone. Il disco che uscirà dalla collaborazione con il geniale Bolin, Come Taste the Band, sarà può l’unico con la formazione numero 4 dei Purple (mark IV) e nonostante la qualità generale dei 10 pezzi, non bissò il successo dei precedenti. Durante la tournée che seguì il disco, i problemi di droga di Tommy divennero pesanti e inaccettabili per il resto della band. Il culmine venne raggiunto il 19 marzo 1976 a Liverpool, quando Bolin durante l’esibizione si accasciò a terra provocando la reazione furiosa di David Coverdale che abbandonò la scena, sospendendo il concerto e mettendo fine ai Deep Purple che si sciolsero e rimasero inattivi fino al 1984, quando tornarono con la formazione chiamata mark II (per intenderci quella con Gillian, Blackmore, Glover, Lord e Paice) e con l’album Perfect Strangers. La premessa era doverosa per inquadrare il momento in cui il disco di cui vi parlerò è stato concepito e cioè proprio quando i Deep Purple lo chiamarono e appena dopo la fine della sua avventura con la James Gang (avventura peraltro durata pochissimo). Era l’inizio del 1975 e Tommy Bolin era deciso a lavorare da solo, a dimostrare al mondo che il suo talento non poteva essere imbrigliato alle dipendenze di qualcuno e cominciò a lavorare ai pezzi che comporranno Teaser a Los Angeles, assieme agli amici Stanley Sheldon (bassista) e Bobbie Berge (batterista). Non appena si sparse la voce nell’ambiente che il geniale Bolin voleva far uscire un disco solista, subito la Atlantic Records sempre in cerca del nuovo crack nel music business, capì la potenza dell’affare e propose al chitarrista un accordo. Tale accordo avrebbe esautorato l’artista dalla scelta della scaletta, del produttore e del modo di arrangiare i pezzi e non poteva essere accettato da uno come Bolin. Grazie all’amico produttore Barry Fey, trova nella Nemperor Records una valida alternativa e firma per loro, era l’aprile del 1975. Proprio mentre il lavoro comincia a dare i suoi frutti, arriva la chiamata a cui non si può dire no. I Deep Purple devono sostituire Blackmore e nessuno di quelli ascoltati finora per le audizioni avevano fatto scattare la magia (così disse il compianto John Lord). Coverdale che era rimasto folgorato dalle 4 canzoni dell’album di Billy Cobham, Spectrum, nelle quali Tommy Bolin risulta come chitarra solista decide di convocarlo per una prova. Una prova che dura 4 ore (documentato solo con un bootleg che consiglio di recuperare) e lascia i DP sbalorditi : era l’uomo giusto. Per Bolin in più era occasione per promuovere allo stesso tempo la sua carriera solista, essendo diventato il chitarrista di una delle band più famose del globo, i classici due piccioni con una fava. I primi problemi furono però logistici, non avendo dono dell’obiquità fra le sue immense qualità, Bolin si divise fra Monaco di Baviera (dove i Purple registrarono Come Taste the Band) e Los Angeles, New York e Londra (dove venne mixato Teaser), lo stress e l’abuso di sostanze andarono di pari passo ma non scalfirono, per il momento, la sua ispirazione e le sue prestazioni. Teaser si avvalse della collaborazione di numerosi musicisti fra i quali Jeff Porcaro e Phil Collins e venne prodotto dallo stesso Bolin assieme a Lee Kiefer. L’uscita del disco, composto da 9 pezzi, avvenne nell’ottobre del 1975 a pochi giorni di distanza dall’uscita di Come Taste The Band, e Tommy ottenne pure dai Purple il permesso commerciale di applicare un piccolo adesivo alla copertina del suo lavoro con scritto che quello era il disco del nuovo chitarrista dei Deep Purple. L’album vende molto bene e la critica comincia ad osannare questo talento che mischia rock, blues, jazz, country, samba e reggae come se niente fosse e senza fare apparentemente fatica. Ci voleva un bel tour promozionale ma qui c’è il secondo problema logistico grave : il suo contratto da chitarra solista dei Deep Purple impone la sua presenza nella tournée che segue uscita di CTTB e questo gli causa un abbattimento psicologico che avrà conseguenza importanti sulle sue dipendenze.                                                                                                                                                          Il disco parte a razzo con un brano dal forte sapore funk-rock The Grind, le sferzanti schitarrate di Bolin e la sua voce acuta rapiscono subito l’orecchio così come gli arrangiamenti di fattura eccelsa. Il talento geniale del chitarrista esplode in tutta la sua scintillante forza nell’assolo, sorretto da una ritmica eccezionale e dal pianoforte di David Foster. La successiva Homeward Strut è un altro geniale intreccio chitarra-tastiera, con la sei corde che dipinge riff e assoli da mozzare il fiato e li intreccia al synth e all’arrembante ritmica del grande Jeff Porcaro.     Il pianoforte introduce la ballata Dreamer, una rock-ballad intensa e non banale dove la voce regala il suo meglio e all’inizio quasi fa dimenticare la chitarra che però verso la fine si prende il proscenio e incastona, in mezzo ad un bel riff corposo e alle tastiere, un altro assolo magico. Citazione per l’ugola del grande Glenn Hughes (bassista dei Deep Purple) che pur non essendo citato nei crediti da il suo contributo. Savannah Woman possiede influenze quasi caraibiche e jazz, un andamento spiazzante dove leggera la sei corde dipinge intrecci dolcemente indiavolati che sono da apripista al riff assassino della title-track, un brano influenzato dal blues rock più aggressivo e dove la chitarra è la protagonista indiscussa, ma la direzione non è mai banale o ovvia, quasi come se il jazz si impadronisse di un brano hard rock. People People inizia con un riff appena accennato che accompagna la voce, ma poi all’intreccio si unisce il sax di David Sanborn e la ritmica vira verso un jazz dal sapore reggae, mostrando al mondo un talento compositivo ed espressivo che ha avuto pochi eguali nel mondo della musica. Dopo il riff aggressivo di Marching Powder che sfocia in un funk-jazz che è lo sfogo del talento di una band di supporto assolutamente all’altezza di un tale genio, arriva la canzone migliore del lotto e capolavoro assoluto lasciatoci dal grande Bolin, Wild Dogs. Una ballata rock intensa, emozionante che la chitarra arricchisce con dei ricami celestiali, intricati riff indimenticabili e ci regala un assolo di stordente bellezza. Un brano che poi Tommy riprese anche durante i live dei Deep Purple, tanto aveva capito la forza espressiva di questo stupendo brano mai abbastanza celebrato dal mondo del rock. Il disco si chiude con Lotus, che con la sua aura quasi psichedelica che sfocia in riff graffianti, conclude un disco elettrizzante, debordante di talento e voglia di stupire, un disco che avrebbe meritato ben altra accoglienza e considerazione. I problemi di droga come detto, acuita anche dallo stress di non poter promuovere e suonare il suo disco per gli accordi presi, provocarono la rottura immediata con i Purple e il proseguimento della sua carriera solista. La band di Coverdale non era più disposta ad accettare un chitarrista mai lucido e che aveva rovinato persino il live che uscì comunque postumo nel 1977, nonostante le proteste del gruppo inglese, Last Concert in Japan dove è lampante il declino terribile e angosciante di Bolin. Dopo i Purple, la carriera solista proseguì con delle tourneè con artisti importanti e un ultimo disco, Private Eyes nel 1976. Purtroppo la sua dipendenza da eroina chiese un conto salato e come accade in questi casi chi lo circondava non ha aiutato anzi. La notte del 4 dicembre 1976, dopo un concerto di spalla a Jeff Beck a Miami e dopo un party post-concerto a base di whiskey, champagne e droghe, collassò mentre era al telefono e non riprese più conoscenza. Certo l’ambulanza chiamata tardivamente per non attirare pubblicità negativa non aiutò e questo ragazzo di Soiux City, Iowa che a soli 25 anni era pronto per diventare la nuova stella del rock, apprezzato da pubblico e critica, morì per overdose. Ci lasciò con l’amara sensazione, capitata troppe volte, di aver perso l’occasione di continuare a scoprire un talento sconfinato, come Jimi e Duane.                                                 Questo Teaser, di cui nel 2015 uscì una stupenda edizione per il 40esimo anniversario che consiglio di scoprire, è un gioiello, un lascito emozionante ed unico di un talento forse troppo sconfinato per essere tenuto sulle spalle di un solo mortale. Un testamento in note di uno degli eletti della sei corde e che non sarà mai dimenticato, un disco perfetta fotografia della musica di Tommy Bolin : variegata, divertente, entusiasmante e mai banale.

Buon ascolto,

Trex Willer

(potete leggere la versione inglese dell’articolo, a questo link : https://www.trexroads.com/teaser-tommy-bolin-1975-english/ )

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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