“Think Of Me” – Emily Hollingshed (2024)

L’onda non si può fermare, ormai è un dato di fatto.

La musica indipendente non fa in tempo a trovare un artista che spicca il proverbiale volo, che subito un altro viene scoperto e fa subito breccia nei cuori.

Non che in passato non ci fosse questo talento negli Stati Uniti, ma ora la gente che vuole questo tipo di approccio e questo tipo di musica può facilmente trovarlo: servizi streaming, locali, festival.

Certo è ancora dura là fuori, ma l’unione fa la forza e questi artisti, promoter e addetti ai lavori si uniscono spesso e collaborano per far vincere tutti, beh tutti tranne chi non ne ha bisogno dalle parti di Nashville.

Stare dietro a tutte queste nuove uscite è un divertentissimo ed emozionante “lavoro” ormai per me (non pagato, ma questa è un’altra storia…ah, ah, ah!) e oggi ho appena trovato un’artista che promette di essere una delle mie “nuove” preferite.

Ho parecchi contatti in Oklahoma e proprio grazie a loro ho scoperto questa giovanissima ragazza e ne sono rimasto folgorato: letteralmente, folgorato!

Emily Hollingshed ha una voce pazzesca: potente, intensa e molto vicina a quella di un’altra artista che ha appena fatto il botto con il suo esordio (uno dei dischi miglior del 2024) e cioè Taylor Hunnicutt.

Con la Regina dell’Alabama, condivide la stessa mirabile abilità di fondere il sapore forte e ruvido del southern rock a quello più dolce e intenso della country music: il risultato è un fuoco che brucia in queste 10 canzoni che compongono l’esordio di Emily.

La Hollingshed oltre a regalarci una prestazione vocale incredibile, suona anche la chitarra acustica e il pianoforte.

Il resto della band è formato da: Phillip Hager alla batteria, Dave Hollingshed al basso e Nicholas Sharp alle chitarre elettriche.

Il disco è stato registrato a Tulsa al The Curch Studio e prodotto dalla stessa artista assieme alla sua band.

Premete play e la voce della Hollingshed invaderà la stanza con la potenza southern di Too Close, una delle mie preferite e siamo appena partiti.

Niente male direi!

Le chitarre sferzano l’aria, ma devo ribadire il concetto: questa ragazza ha una voce che prende la vostra anima e la strizza per bene!

Sleep Tight è un altro brano southern dal ritmo molto red dirt, non per niente la ragazza viene dallo stato dove il genere è nato e cresciuto.

Chitarre e ritmo fanno da contorno alla sua voce che brucia forte tutto ciò che incontra.

Il ritmo cala con The Devil Hides in The Bottle, ma non le emozioni.

La sua voce stavolta ci accarezza e dimostra che, anche nelle ballate, il fuoco non si spegne, anzi.

Storie vere, storie amare, storie emozionanti: niente trucco, niente lustrini o spettacoli circensi. La forza dello tsunami indipendente è tutta qui.

Le ballate come Angel dimostrano un’abilità nel songwriting davvero notevole, un po’ rock un po’ country, tanto talento.

Non inventa nulla Emily, ma la sua musica ha carattere e personalità, non è banale o passabile: è proprio bellezza!

Oklahoma Weather è la mia preferita ed è il manifesto della musica di questa ragazza: graffiante, emozionante e con un’anima fortemente ancorata alle sue origini.

La polvere rossa sollevata dal vento forte delle pianure dell’Oklahoma vi graffierà la faccia, come la sua voce farà alle vostre anime.

L’assolo poi è veramente bellissimo.

La title track continua in questa traccia lasciato dalla polvere rossa e la ragazza ci regala una prestazione da rocker consumata: è la prima canzone che ho ascoltato di Emily e il mio lato rock non ha potuto che innamorarsi di questo pezzo.

Altro splendido assolo e altra canzone che diventerà una delle mie preferite.

Il disco si chiude con una ballata pianoforte e voce: Alonelylullaby.

Quasi una dedica a tutte le sue influenze di bambina, la musica del nonno Jr. Martin, la musica di Merle Haggard: ci si emoziona al suono di una voce tanto bella e intensa.

Ho recensito tanti esordi in questi anni e le “profezie” che la mia anima mi ha suggerito non hanno mai sbagliato: segnatevi questo nome, farà tanta strada e fra poco tempo sarà uno dei nomi che gli appassionati di musica indipendente ripeteranno più spesso.

Il disco è un vero piccolo gioiello di musica dell’Oklahoma: tanto sudore, tanto sapore di red dirt, anima southern e cuore country.

Salite anche voi sul carro di Emily Hollingshed, è appena partito il posto c’è, ma se non lo farete e fra qualche mese non ci sarà più spazio, non dite che non vi avevo avvertito.

Buon ascolto,

Trex

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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