A tanti artisti, che ho recensito negli anni, sono legato da una conoscenza digitale che posso chiamare amicizia.
I Georgia Thunderbolts, da Rome,Georgia, però sono speciali per due motivi: li ho recensiti (quasi) per primo quando all’inizio del 2020 erano ancora un band locale.
Secondo perché in tutto questo tempo sono diventato amico del leader e frontman T.J. Lyle e due anni fa, durante la loro tournée europea di spalla ai Black Stone Cherry, ho potuto conoscerlo e abbracciarlo per suggellare un’amicizia “vera”.
Il preambolo però non vi distragga dal valore di questo loro secondo album ufficiale per la Mascot Records: Rise Above It All (terzo se contiamo l’EP omonimo uscito nel 2020).
In teoria sarebbe, secondo me, giusto parlare di quarto disco visto che nel 2019 auto-produssero Southern Rock From Rome, che è il disco che vi dicevo ho scoperto ad inizio 2020.
La bellissima copertina vi guida attraverso 13 canzoni di southern rock immerso nelle paludi del Sud e conferma oggi la band di T.J. Lyle (voce, pianoforte e chitarra acustica), Riley Couzzourt (chitarra solista, slide e dobro), Logan Tolbert (chitarra ritmica, solista e slide), Zach Everett (basso) e Bristol Perry (batteria), una delle realtà più di talento e rispettate di questo genere.
Sono stati in tournée con Blackberry Smoke, Molly Hatchet, The Outlaws, Steel Woods e tanti altri e assieme a queste band tengono alta la bandiera di questo genere nato proprio dalle loro parti ormai 50 anni fa e sopravvissuto alle mode e ai tentativi di annacquarlo nel mainstream.
Siete amanti del vero southern e ne volete una prova? Detto fatto: premete play e lasciatevi trasportare da Gonna Shine sulle strade della Georgia.
Chitarre grasse, groove e melodia e poi quella voce che ti scuote l’anima. Una delle più belle canzoni southern degli ultimi anni.
Rock and Roll Record è un piccolo gioiello: pianoforte e un riferimento doveroso alla storia della musica rock. La voce di T.J. è una delle più potenti e intense che si siano mai sentite negli ultimi anni e in questo pezzo potente ed emozionante, è una vera bellezza senza tempo.
“Eleviamoci sopra tutto” e ammiriamo le chitarre che graffiano l’aria con dei riff che non fanno prigionieri nella title track che immerge il southern in qualcosa che assomiglia molto a quello che fecero band come i Molly Hatchet.
Si fa un viaggio quasi nell’hard rock con una t-shirt grunge da sfoggiare orgogliosamente.
La successiva Moonlight Play abbassa la velocità: una intensa ballata rock che mi ha molto ricordato i Bad Company. Il lavoro di Couzzourt e Tolbert alle chitarre è talento puro. a loro agio sia sfrecciando a 150km/h sia godendosi il panorama rallentando con l’aria sulla faccia.
Una spruzzata di blues del passato affiora nel riff di Ain’t Got Money, ritmo cadenzato e voce che non ha finito di stupire.
La ritmica di Perry e Everett ci avvolge e ci prende per mano in questo viaggio “appiccicoso” fra le paludi del blues rock del Sud.
La freschezza e la vitalità della ballata Wait e l’intensità acustica della successiva Crawling My Way Back To You, sono il momento più riflessivo del disco dove T.J. Lyle dà il meglio di sé, come nelle bellissime dirette social che hanno fatto il giro del mondo: un artista e polistrumentista completo, patrimonio della musica indipendente di qualità.
Pausa finita e lo capiamo dall’irrompere del rullante di Bristol Perry: She’s Gonna Get It è uno sfrecciare di chitarre e ritmo indiavolato, quasi hard rock anni ’90, tanto talento.
Gli assoli sono da leccarsi i baffi e la ritmica è da far tremare le pareti.
Little Jim è sempre chitarre e riff, ma più blues, più paludosi, più intensi.
Il tutto condito da un cantato ai limiti della perfezione.
La cover di Ain’t Easy (Ron Davies, la cui versione più famosa venne registrata da David Bowie nel 1972) è il brano più spiazzante del disco, ma di una bellezza unica.
Il southern rock che balla a ritmo di reggae non lo avevo mai sentito, ma è davvero entusiasmante. Ecco, ho trovato l’aggettivo giusto!
Il basso di Everett introduce Stand Up e ci guida con il suo talento ritmico attraverso riff di chitarra fra il rock e il blues, con degli assoli di qualità assoluta.
Non farò paragoni, ma questo pezzo mi ha molto ricordato quando Jimmy Page suonò dal vivo con i Black Crowes e intrise la sua chitarra nelle paludi del southern rock.
Whiskey Talkin’ sta qui a dimostrare che questi ragazzi sono cresciuti a pane e musica southern di qualità e hanno assimilato alla grande la lezione dei Lynyrd Skynyrd.
Il disco si chiude con le chitarre grassissime di Pricetag: ritmica che martella sotto la voce di Lyle che scava nelle anime.
Potenza e melodia fuse come fossero una cosa sola e poi gli assoli finali a mettere il sigillo di qualità ad un brano di potenza emozionale devastante.
I ragazzi di Rome ci regalano un disco emozionante, potente, pieno zeppo di chitarre e melodia, di ritmo martellante e assoli che bruciano gli speaker, che non solo conferma tutto ciò di buono che avevamo ascoltato nei primi lavori, ma va oltre.
Oggi sono un riferimento sicuro per il southern rock e fra tante band di valore, a parer mio, emergono come una delle più originali e talentuose.
La passione, la perseveranza e l’impegno, uniti al talento, stanno dando i frutti che quando ascoltai per la prima volta Southern Rock From Rome, avevo previsto per T.J., Brandon, Logan, Zach e Riley.
Buon ascolto,
Trex.