Intervista Indipendente: Tony Logue

Bentornati con il nostro appuntamento con le Interviste Indipendenti.

Oggi sono davvero contento di poter fare una chiacchierata con uno dei cantautori più talentuosi del panorama indipendente: il grande Tony Logue!.

Ciao Tony e grazie di avermi concesso del tempo per questa intervista per il mio blog Trex Roads. Raccontaci di te: dove sei nato, quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua vita e se la tua era una famiglia già immersa nella musica oppure sei il primo della tua famiglia che intraprende questa strada.

Hey amico! Grazie per avermi ospitato nel tuo blog.

Vengo dal Kentucky occidentale, una cittadina chiamata Benton.

Sono nato lì e vivo lì ancora oggi.

Mi è sempre piaciuta la musica, da quando riesco a ricordare.

Non ho iniziato a suonare fino ai 17 anni circa.

Ho iniziato a scrivere canzoni poco dopo.

La mia famiglia era davvero appassionata di musica mentre crescevo: mio nonno suonava la chitarra e mia madre e mio padre erano entrambi appassionati di musica, quindi c’erano sempre dei dischi in giro.

Sono il primo della mia famiglia a provarci davvero.

Quali sono state le tue maggiori influenze? Chi ti ha ispirato maggiormente? Un artista che avresti voluto diventare.

Cavolo, sono così tanti: Steve Earle è stato una grande ispirazione e Chris Knight.

Sono un grande fan di Bruce Springsteen.

Questi sono alcuni dei miei top.

La vita del musicista è piena di soddisfazioni, ma è dura. Sempre in tour. Come concili la vita privata e familiare, alla vita dell’artista sempre su e giù per gli States?

È a dir poco impegnativo.

Mia moglie viene spesso con me.

Tutti nella mia band hanno una famiglia, quindi facciamo del nostro meglio per tornare a casa non appena il lavoro è finito.

Se è l’ultimo spettacolo in programma, usciamo quella sera e possiamo tornare dalle nostre famiglie.

Tutti i miei ragazzi hanno famiglie super comprensive. Io compreso.

Non potremmo farlo altrimenti.

Ci sono dei locali in cui hai suonato che ti sono rimasti nel cuore? E dove sogni di esibirti in futuro?

Accidenti, ne abbiamo visti di davvero belli!

Il Laurel Cove Music Festival è stato finora uno dei miei posti preferiti: è semplicemente un posto fantastico.

Charles Wesley Godwin ha chiuso lo spettacolo e ci siamo uniti tutti a lui per cantare Country Roads. E’ stato magico.

Ne sogno così tanti. Ho una lista dei desideri. Ti terrò aggiornato sugli sviluppi…

Il tuo ultimo disco “The Crumbs” (2023) è stato uno dei dischi più belli dello scorso anno, pieno di storie vere ed emozionanti. Dove prendi spunto per le tue canzoni? 

In quel disco c’erano molti argomenti riguardanti la classe operaia.

La maggior parte di queste storie le ho vissute in una forma o nell’altra, o comunque osservate.

The Phoenix è un’idea che avevo da un bel po’. Solo qualcosa che ho osservato da qualche parte e sapevo che dovevo scriverlo. Mi ci è voluto un po’ per farlo bene.

L’avevamo quasi inserita nel disco Jericho ma non era giusta, in quel momento.

Alla fine l’ho inserita in quello dopo.

Jesse era un’altra canzone che è stata tagliata dalla lista di Jericho.

Sapevo che alla fine avrei avuto un posto per lei.

Di solito scrivo tutti i giorni. Giusto per esercitare un po’ i muscoli e mantenere la matita temperata.

Quale è il tuo metodo di scrittura? Suoni con la tua band, i 184, anche in studio? Porti idee e le suonate assieme, arrangiandole oppure porti in studio già la canzone pronta?

Cerco di scrivere tutto il tempo.

Quando stiamo registrando un disco questo ci mette un po’ un freno, ma a parte questo, lo faccio sempre.

I miei ragazzi suonano sui miei dischi.

Ho chiesto ad altre persone di unirsi a noi negli ultimi due dischi: gente come Tammy Rogers, Miles Miller e Will Kimbrough. Ma è per la maggior parte la mia band.

Prendiamo le canzoni che ho scritto e lavoriamo insieme sugli arrangiamenti prima di andare in studio. Tanto per rifinirle un po’.

Ci sono un paio di canzoni che saranno nel prossimo disco e che abbiamo scritto insieme da zero.

In due anni hai fatto uscire due dischi eccezionali, possiamo aspettarci a breve nuova musica?

Sì, questo è il piano. Entreremo presto in studio.

Ho un bel po’ di canzoni per il prossimo progetto e alcune cose di cui sono piuttosto orgoglioso.

La musica indipendente è più florida e importanti che mai negli Stati Uniti, hai degli artisti preferiti in questo mondo o magari qualcuno con cui vorresti collaborare?

Ce ne sono così tanti che amo in questo momento. Certamente non manca la buona musica là fuori.

Non ci sono molte influenze più grandi sulla mia musica di Chris Knight.

Mi piacerebbe scrivere alcune canzoni con lui.

Quale è la tua canzone a cui sei più legato e la tua canzone preferita in assoluto?

Una scelta difficile. Non sono sicuro di averne una preferita.

Ne ho diverse che sono alcune delle mie preferite in assoluto: “Thunder Road” di Springsteen e “Enough Rope” di Chris Knights sono due di queste.

Hai mai pensato ad un tour europeo? Dove ti piacerebbe suonare? Cosa pensi del fatto che la tua musica, grazie allo streaming, ha attraversato l’Oceano?

Sì, mi piacerebbe andare Oltreoceano.

Vendo molta musica laggiù. Lo streaming ha sicuramente aiutato a spargere la voce e ne sono grato.

È affascinante per me avere un pubblico in tutti questi diversi posti nel mondo.

Vedremo dove ci porterà la strada che faremo. Speriamo presto.

Grazie Tony per la tua disponibilità e ti faccio un enorme in bocca al lupo per la tua carriera, sperando un giorno di poter vedere un tuo show dal vivo.

Grazie per avermi ospitato e per il continuo supporto. Ti apprezzo, amico mio!

sito web: https://tonyloguemusic.com/

Trex

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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