Intervista Indipendente: Taylor Hunnicutt

Bentornati con il nostro appuntamento con le Interviste Indipendenti.

Oggi ho l’onore di parlare con una delle artiste emergenti più di talento ed esplosive degli ultimi anni, dall’Alabama: Taylor Hunnicutt.

Ciao Taylor grazie per la tua disponibilità. Sono davvero onorato di poterti ospitare nel mio blog, Parlaci di te: dove sei nata e cresciuta, quando hai iniziato a capire che la musica sarebbe stata la tua vita. Dove è iniziata la tua carriera?

Sono nata e cresciuta qui nell’Alabama occidentale e mi sono trasferita due ore a nord al college per imparare ad esibirmi nel canto.

Ho capito subito che l’opera non faceva per me, quindi ho abbandonato e sono diventata cameriera in un blues juke joint.

Da allora ho iniziato a suonare con gruppi blues, finché non mi sono sentita abbastanza sicura da fondarne uno mio.

Il resto è decollato da lì.

Ho iniziato a scrivere canzoni e ho deciso che volevo davvero provare questa cosa nel 2018.

Quali sono state le tue influenze maggiori? Che musica ascolti quando non sei in tour o in studio?

Penso che in definitiva ho avuto molte fasi diverse in quello che suonavo e in quello che ascoltavo, quindi si riflette anche nella mia musica.

Ho iniziato nel mondo del blues, quindi ho davvero attinto da quello e poi mi sono ritrovata nel mondo del southern rock in cui sono cresciuta.

Essendo dell’Alabama, la musica country era inevitabilmente presente nei miei ascolti.

Ma fino ad oggi, penso che le mie più grandi influenze siano i Lynyrd Skynyrd, i Bad Company, Aretha Franklin, Susan Tedeschi fino ad arrivare ad Hank Jr e agli Outlaws originali come Waylon Jennings.

Ascolto sempre gli Steel Woods, Blackberry Smoke, Brent Cobb e Rob Leines.

Ho visto solo dei filmati purtroppo, ma la tua band dal vivo è dinamite pura: da chi è formata? Sono gli stessi che ti accompagnano in studio?

L’ultimo progetto che ho pubblicato di recente, “With All Due Respect”, è stato registrato interamente con la band che ho adesso.

Mi piace chiamarla la “mia band per sempre”.

Andare in tour è dura e trovare persone abbastanza pazze da vivere questa vita on the road con te è una battaglia, ma alla fine ho messo insieme la squadra giusta.

Josh McKenzie (mio marito) suona la chitarra insieme a Tyler Treadwell, Ethan Perkins è al basso e Christian Sanders alla batteria.

Scrivi tu tutte le vostre canzoni o è una collaborazione? Quale è la canzone che hai scritto a cui sei maggiormente legata? 

Scrivo parecchio, ma mi piace anche portare altri cantautori dell’Alabama e registrare anche le loro canzoni.

C’è un mio amico che ha scritto per noi, Brett McDaniel, e ho la sensazione che ogni disco che pubblicherò avrà una delle sue canzoni.

Non sono necessariamente legata a nessuna, sono tutte emozioni del momento e vedo scriverle e suonarle come un modo per rinunciare al controllo su quel periodo di tempo.

Hai suonato in giro per gli Stati Uniti, quale è il posto che ti ha colpito di più e quello dove sogni di suonare un giorno.

Penso che questa risposta sia più o meno la stessa per ogni musicista, ma Red Rocks e Grand Ole Opry sono i due posti che per me sono nella lista dei desideri.

Siamo stati molto fortunati a suonare alla Cain’s Ballroom di Tulsa, Oklahoma, e quel locale e quella città sono posti che hanno una parte enorme del mio cuore.

La vita on the road è dura, ma anche molto divertente immagino: come concili questo con la vita privata? La tua famiglia ti supporta in questa avventura?

Beh, è ​​piuttosto facile perché porto con me la mia vita privata.

Mio marito è con me ogni giorno in viaggio, quindi a volte è difficile separare l’essere compagni di band dall’essere un coniuge, ma siamo riusciti a far funzionare le cose magnificamente.

La mia famiglia mi ha supportato molto negli ultimi anni e mi ha sempre dato una mano quando sono via per più di metà anno.

La tua musica, anche grazie al famigerato streaming, è arrivata anche da questa parte dell’Oceano (anche quella fisica visto che sono un fortunato possessore del vostro stupendo vinile di esordio), pensate un giorno di venire in Europa a suonare?

È un mio grande sogno suonare in Europa e spero di poter esplorare questa possibilità presto.

Chissà, magari succederà l’anno prossimo.

E’ un momento d’oro per la musica indipendente e soprattutto per il tuo stato l’Alabama, ci sono degli artisti che ti senti di consigliare? O delle canzoni che ti piace ascoltare sempre? 

Sono molto orgogliosa di ciò che l’Alabama ha mostrato di recente e onorata di far parte del movimento.

Ovviamente The Red Clay Strays, Muscadine Bloodline, Them Dirty Roses, Ella Langley, Drayton Farley, Adam Hood e Early James sono i miei preferiti.

Ci sono alcuni artisti più nuovi, come me, che penso emergeranno e si faranno presto un grande nome come Kashus Culpepper, Victoria Camp, Parker Barrow e Justin Jeansonne.

Ce ne sono molti altri che sto dimenticando, ma avranno presto successo.

E’ uscito da pochissimo il tuo nuovo EP «With All Due Respect», avete all’orizzonte l’uscita di un nuovo album? Come mai la scelta di un EP?

Ho in programma alcuni progetti per l’anno prossimo per i quali sono davvero entusiasta.

Per quanto riguarda l’uscita recente, è stata una collaborazione tra noi e il Peacemaker Festival in Arkansas.

Ci hanno scelto come artisti emergenti dell’anno e ci hanno regalato l’opportunità di registrare un EP a Fort Smith, cosa di cui sono incredibilmente grata.

Grazie Taylor per questa intervista e grazie per le emozioni che suscita la tua musica: la tua voce è veramente un dono del Cielo.

Ti auguro il successo che merita il tuo talento e salutaci il tuo stato che ormai è un riferimento assoluto della musica indipendente.

Spero di vederti presto su un palco europeo e verrò sicuramente a salutarti e a ringraziarti, anche per gli artisti che mi hai suggerito e che non sono mai abbastanza.

Trex

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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