Intervista Indipendente: Jackson Taylor

Bentornati con il nostro appuntamento con le Interviste Indipendenti.

Oggi ho l’onore di parlare con uno degli artisti indipendenti più leggendari e conosciuti: il grande Jackson Taylor!

Ciao Jackson grazie per la tua disponibilità. E’ davvero un onore per me poterti ospitare qui sul mio blog indipendente. Parlaci di te: da dove vieni, dove sei cresciuto e quando hai deciso che la musica sarebbe stata la tua vita?

Sono cresciuto rimbalzando da Merced, California fino a Yakima,Washington State e fino al Montana come bracciante agricolo migrante.

Per quanto riguarda la musica, non ricordo di aver mai desiderato di non essere Elvis.

Non è cambiato nulla. La musica è sempre stata la mia cosa principale.

Quali sono state le tue influenze maggiori? Che musica ascolti quando vuoi rilassarti o divertirti?

Elvis, Waylon, Sam Cooke, Otis Redding, Merle Haggard, Prince, George Michael, Duran Duran, The Sex Pistols, Social Distortion, Sinatra, Billy Joe Shaver, Buck Owen e la lista potrebbe continuare all’infinito.

In questo momento mi piacciono molto i Teskey Brothers.

Quando ho voglia di guidare e ascoltare, li ascolto molto.

Elvis è sempre in ogni playlist.

Hai una discografia davvero corposa, c’è un disco dei tuoi a cui sei più legato? Ci sono delle canzoni che sono autobiografiche?

Tutte le mie canzoni sono autobiografiche.

Non ho un disco preferito.

Sono tutte parte di me.

Bad Juju, è spesso il più difficile da ascoltare, perché è un riflesso perfetto della mia vita in quel momento. Ed era molto, molto oltre il limite.

Sei in giro da tantissimo tempo e sei sempre rimasto assolutamente indipendente e padrone della tua musica: quanto è difficile questo tipo di scelta? C’è stato un momento in cui magari pensavi di mollare o magari cercare una scorciatoia a Nashville?

Mantenere l’indipendenza e possedere tutto ciò che creo non mi è mai costato nulla, gli ho dato valore.

Quindi, non ho mai sentito la tentazione di acquistare o vendere.

Ho trascorso alcuni anni a Nashville, non la definirei una scorciatoia.

È più simile a un macellaio, dove decidi quanto di te sei disposto a tagliare via.

Una volta capito questo, me ne sono andato.

Nashville è stata la strada più lunga per arrivare a ciò che volevo più che una scorciatoia.

Come si riesce essendo sempre in giro a suonare, a conciliare la vita famigliare con la vita del musicista?

Non si può conciliare.

La vita familiare ne soffre e non c’è modo di evitarlo.

La musica è un’amante egoista e noi anche che la mettiamo al di sopra di tutto.

Siamo esseri umani intrinsecamente egoisti. Chiunque dica il contrario, sta mentendo a se stesso o sta mentendo a te.

Lo streaming è importante, per esempio la tua musica è arrivata anche ad attraversare l’Oceano ed è arrivata in Italia, ma che rapporto hai con questo mondo? Il merchandising è davvero così fondamentale per un artista indipendente?

Il merchandising è tutto.

Alla fine, mi guadagno da vivere essendo un marchio e vendendo articoli con il mio logo.

Hai suonato migliaia di concerti nella tua lunga carriera: c’è un posto a cui sei più legato e magari uno dove sogni di suonare prima o poi? Hai già suonato in Europa?

Ho suonato in giro per l’Europa molte volte.

Cerco di non percepire nessun posto come il mio “preferito”: un palco è un palco, non importa dove si trovi.

In questo modo, sono sempre felice di essere lì.

Sono uno che suona e vado per suonare.

E’ un momento d’oro per la musica indipendente, ci sono degli artisti che ti senti di consigliare? O delle canzoni che ti piace ascoltare e che ti hanno colpito?

In questo momento sono totalmente ossessionato dai Teskey Brothers.

E’ appena uscito il tuo nuovo disco, dopo tantissimo tempo: come mai hai fatto passare così tanto tempo? Parlaci di questo «In Memphis».

Semplicemente non avevo una band che avesse raggiunto il punto di coesione che giustificasse di essere portata in studio dal 2018.

Ho usato la mia band in studio, non i turnisti per la maggior parte del tempo.

Non è una cosa facile da creare. Una vera band, non un gruppo di ragazzi di riserva.

Ora che ci sono, ce l’ho di nuovo. Stiamo registrando regolarmente.

Ho già un nuovo disco pronto per quest’estate.

Il disco è una lettera d’amore alla Sun Records e agli artisti dei primi e della metà degli anni ’50 che ne sono usciti.

È stato un sogno che si è avverato.

Grazie Jackson per questa intervista e ti auguro di proseguire la tua fantastica carriera sempre così come l’hai iniziata e complimenti per il tuo nuovo disco davvero fantastico: real country!

Trex

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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