Bentornati con il nostro appuntamento con le Interviste Indipendenti.
Sono davvero felice di intervistare per voi un grande amico e un grande cantautore indipendente: Doug Dillman.

Ciao Doug, sono molto felice di poterti ospitare e fare 2 chiacchiere assieme su di te e sulla musica.Parlaci di te: dove sei nato e cresciuto, quando hai deciso che avresti fatto il musicista nella vita? O ci sono stati momenti in cui stavi per mollare tutto.
Sono nato e cresciuto in Indiana.
Volevo diventare musicista da quando avevo circa 5 anni.
Non ho mai voluto arrendermi.
Quali sono le tue più grandi influenze? Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Le mie influenze provengono da molti vecchi musicisti bluegrass, come Ralph Stanley, con cui sono cresciuto.
Keith Richards è il motivo per cui ho voluto suonare la chitarra e “Jackie Brown” di John Mellencamp mi ha fatto venire voglia di diventare un cantautore.
La persona che ascolto quotidianamente al momento è Charley Crockett.
La vita del musicista indipendente è dura lo sappiamo, come sopporti la vita on the road? Ti piace essere sempre in giro? Come riesci a stare con la famiglia e con chi ami?
Adoro viaggiare, ma faccio tour brevi, quindi non mi avventuro in lunghi tragitti.
Il mio periodo più lungo l’anno scorso è durato 16 giorni.
È un buon equilibrio tra la famiglia e i concerti.
In che stati hai suonato finora? Qual è il locale in cui più ti è piaciuto suonare? E dove sogni di suonare un giorno?
Ho suonato in Indiana, Ohio, Michigan, Kentucky, Tennessee, Illinois, Wisconsin, Missouri, Arkansas, Oklahoma e Arizona.
Le sale d’ascolto sono il posto migliore per suonare perché ascoltano completamente le tue canzoni.
Il luogo ideale sarebbe il Ryman Auditorium.
E’ un momento d’oro per la musica indipendente, ci sono degli artisti che ti senti di consigliare? O delle canzoni che ti piace ascoltare sempre?
Sì, è davvero un’epoca d’oro per la musica indipendente.
“I’m just a clown” di Charley Crockett è il mio pezzo preferito in questo momento.
Ma tutta la sua musica è fantastica!
L’anno scorso è uscito il tuo disco «Midwest USA»: parlaci un po’ di questo disco, delle sue canzoni. Ce n’è una a cui sei più legato?
Midwest USA è uscito il 30 aprile 2024 ed è composto interamente da brani originali.
13 per l’esattezza, di cui uno scritto in collaborazione con Ted Russell Kamp della band Shooter Jennings.
Ted ha anche prodotto 5 brani.
Penso che “Why Should I care?” e “Shelby County Line” siano i miei brani preferiti.
Da dove arrivano le maggiori ispirazioni per scrivere le tue canzoni? Hai mai pensato di formare una band fissa per suonare da disco e in studio? O preferisci essere tu e la tua chitarra?
L’ispirazione nasce dal vedere qualcosa, dall’ascoltare una storia, dal sognare.
L’ispirazione arriva in molti modi.
Adoro suonare in stile one man band con chitarra e pedale, ma gli album di solito hanno più strumentazione.
Qualche anno fa ho realizzato un album completamente acustico intitolato Countryside e più di recente ho pubblicato “Chasing White Lines” e “The Long Lost Outlaw”, che ho registrato in stile one man band.
Queste canzoni sono ciò che senti quando mi ascolti dal vivo.
Hai all’orizzonte nuova musica in uscita? O a cui stai lavorando?
Il mio piano per la nuova musica è di pubblicare un paio di canzoni alla volta nel corso dell’anno in formato digitale.
Con lo streaming sei arrivato anche alle mie orecchie così lontane, però ricordo che ho un tuo CD nella mia collezione perché il merchandising è fondamentale: fai tutto da solo oppure hai chi ti aiuta in questo ulteriore lavoro che deve fare il musicista indipendente?
Mi occupo molto da solo di booking, merchandising e pianificazione delle uscite.
L’aiuto che ricevo riguarda la registrazione e sono fortunato ad avere amici talentuosi che mi aiutano con il lavoro in studio.
Grazie Doug per la tua disponibilità e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Magari un giorno ci incontreremo in qualche locale per un tuo concerto.
Grazie Trex per il tuo interesse nella mia musica e nella musica indipendente in generale.
Trex